Lin Delija. In viaggio verso casa.

a cura di Marianna Accerboni

Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, Galleria d’Arte “Mario Di Iorio”, 23 marzo - 9 aprile 2019

mostra retrospettiva, organizzata dall'Associazione Culturale Lin Delija di Antrodoco, con la curatela scientifica di Marianna Accerboni, con il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, del Comune di Antrodoco (RI), della VI Comunita montana del Velino e la collaborazione della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia - vedi il sito www.lindelija.it
Inaugurazione: sabato 23 marzo, ore 17.30


Non conoscevo il pittore albanese, ma italiano di adozione, Lin Delija (Scutari, 3 febbraio 1926 -  Roma, 9 aprile 1994), fino a quando me ne parlò con passione Livio Caruso, collega di affari bibliotecari e pure lui artista, che - come ha vivacemente narrato nel suo contributo - ebbe modo di frequentarlo durante gli anni scolastici a Rieti. Personaggio che sembrava lontano dalla mia sensibilità, chiuso in un mondo quasi arcaico, ad Antrodoco dove visse per una trentina d’anni, fuori dagli usuali percorsi. E invece, mano a mano che proseguivo nella lettura della documentazione che Caruso mi passava, ero affascinato dall’artista, in lotta contro la tirannide, ramingo per la rotta jugoslava, e ciò nonostante studente all’Accademia di Zagabria e in quella di Roma. Mi piace immaginare (perché sulla questione non ci sono evidenze certe) che il passaggio in Italia, inizialmente forse da clandestino, sia stato il confine triestino-goriziano, che in quegli anni difficili era tuttavia aperto, si intende da parte italiana, per chi anelava alla libertà.

Un altro aspetto che mi ha colpito della personalità di Delija è il rapporto con la religione cattolica, un rapporto quasi viscerale, intenso, drammatico e che l’ha accompagnato fino alla fine, in un periodo in cui l’Arte sembrava occupare interamente la vita di ogni artista, diventando essa stessa una specie di religione. Proprio questo senso religioso della vita (testimoniato anche dalla lunga amicizia con la conterranea Madre Teresa di Calcutta), che si coglie in tutta la sua produzione pittorica, lo ha distaccato dalle correnti artistiche che allora andavano di moda, relegandolo fra i pittori di “Chiesa”. Un pittore, e un uomo, che non ha mai abbassato la testa di fronte alle atrocità della politica del XX secolo e che ha continuato, con testardaggine armato solo della sua Arte, a credere in un nuovo umanesimo, che non tarderà a giungere se si vorrà vivere in pace. La mia speranza può sembrare molto lontana dalla cupa realtà politico-amministrativa nella quale siamo avvolti, ma anche Delija non avrebbe mai pensato che la Patria che lo cacciava lo avrebbe poi onorato al massimo livello, visto che una sua opera oggi fa parte della collezione della Presidenza della Repubblica Albanese!

In questo senso la piccola Gorizia, estremo confine orientale dell’Italia, alle porte del mondo slavo, può ben comprendere le ansie di un cittadino dell’est, che nonostante tutto guarda all’Italia, a Firenze e a Roma come fari della civiltà.

Sono grato all’Associazione culturale “Lin Delija” di Antrodoco per aver mantenuto vivo il ricordo del loro concittadino anche con questa mostra, a ricordo del XXV della morte, nella quale sono esposte opere provenienti da raccolte private (per definizione quindi di non agevole accesso) insieme a documentazione archivistico-bibliografica, pure difficilmente recuperabile e in questo senso sollecito collezionisti e conoscenti a comunicare l’esistenza di materiale documentario, anche di quello che può sembrare di scarso interesse. Tale materiale potrà essere conservato nel museo a lui dedicato ad Antrodoco e/o nella Biblioteca Isontina (garante non solo della conservazione ma soprattutto della catalogazione nel Servizio Bibliotecario Nazionale).

Opere pittoriche di Lin sono sparse anche in vari musei pubblici italiani: l’elenco che segue non può però dirsi completo ed è ricavato da fonti bibliografiche e da informazioni fornite da Armando Nicoletti, storico presidente dell’associazione culturale Lin Delija di Antrodoco, che ha collaborato con numerose donazioni a far sì che le opere di Delija fossero conservate nelle sedi museali opportune. In Italia: collezione d’arte religiosa moderna dei Musei Vaticani (Volto di Cristo, 1960, catalogo a stampa citato in Bibliografia), Museo Stauròs d’arte sacra contemporanea nel santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso d’Italia (provincia di Teramo), Confraternita di Misericordia di Borgo S. Lorenzo (Firenze, un’opera), Galleria d’arte contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assisi (Deposizione, 1958, il catalogo elettronico però italianizzando in “Lino” il nome, contribuisce a non facilitare la ricerca!), Cattedrale e Galleria d’arte moderna di Palermo, Musei Civici di Osimo e di Modica, Museo Civico Diocesano di Norcia, Collezione Paolo VI Arte Contemporanea di Brescia (sei opere, catalogo a stampa citato in Bibliografia), a Roma nei Musei Capitolini (due opere)[1], nella Galleria Agostiniana della Chiesa di S. Maria del Popolo e nell’allora Istituto di lingua e letteratura albanese[2] sito nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma (quattro opere, ora probabilmente trasferite nel Museo-Laboratorio di arte contemporanea del medesimo Ateneo). All’estero, in attesa dell’apertura del museo diocesano di Scutari che avrà una sezione dedicata a Lin, si ricordano: a Detroit nella Chiesa cattolica “Our Lady of Albanians”, a Mdina l’antica capitale dell’isola di Malta, a Tirana nella Galleria nazionale d’arte moderna (27 opere), nella Fondazione Madre Teresa di Calcutta e come già detto nella quadreria della Presidenza della Repubblica Albanese. Ovviamente la sede più importante è il Museo comunale “Lin Delija – Carlo Cesi” di Antrodoco, che ospita circa 200 tra olii, tempere e disegni di Lin, seppur limitati agli anni nei quali il Maestro albanese visse a Roma e poi ad Antrodoco. Sempre ad Antrodoco (e più in generale nel Reatino, l’area però andrebbe esplorata con cura[3]) sono custodite altre opere: una Madonna col Bambino sulla facciata della casa di via Mannetti, la sua prima abitazione; una Annunciazione dipinta su dodici ante di un vecchio armadio nel Teatro Comunale; un’altra tela nella Collegiata (cappella del Sacro Cuore). Rimane da scoprire la produzione precedente all’ingresso in Italia, specie quella realizzata a Zagabria, quando si era conquistato un po’ di tranquillità dopo la temeraria fuga dall’Albania comunista.  

L’organizzazione di questa mostra mi ha fatto toccare con mano quanto la documentazione storico-artistica, specialmente contemporanea, fatta non solo di monografie e saggi critici, ma di articoli minori, inviti, locandine, manifesti, pieghevoli, fotografie, sia di difficile reperimento e conservazione, quando non venga valorizzata o dallo stesso artista o da un gruppo di ricerca che abbia il tempo e le forze di setacciare una miriade di fonti, comprese quelle orali. Per questo motivo l’aggiornamento della bibliografia delle mostre (curato da Fabio Grassi) non è probabilmente completo, come lo è invece quello pubblicato nell’ottima monografia di Roberto Bua e Silvia Cuppini: l’unico catalogo di Delija presente in numerose biblioteche italiane (fonte Opac SBN). Infatti altri cataloghi e piccole monografie, anche per essere stati pubblicati fuori dai canali bibliografici ufficiali, pur citati qua e là sono scomparsi dai cataloghi bibliotecari elettronici e quindi dalla ricerca. Questa monografia, curata da una Biblioteca, svolge quindi anche lo scopo di rimettere in gioco il valore della documentazione cosiddetta minore (in biblioteconomia è definita “letteratura grigia”), spesso nascosta e dimenticata se non addirittura distrutta. Tuttavia qualcosa di nuovo, naturalmente dal punto di vista documentario, nella nostra monografia è stato tentato. Si tratta di una prima, e parzialissima, schedatura di volumi di carattere non artistico contenenti immagini di Delija, della sitografia e dell’elenco delle presenze di Lin Delija su Youtube: tre indicatori certi (allestiti da Livio Caruso) di quanto la lezione del Maestro albanese sia ancora ben presente tra di noi.     

Mi auguro fortemente che la mostra, curata da Marianna Accerboni, sia la prima tappa di un viaggio che riporti, finalmente, Lin Delija pittore tra la sua gente.

 

Marco Menato, direttore della Biblioteca statale isontina



[1] Non nella Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, come appare in qualche fonte. Tuttavia il catalogo elettronico del patrimonio dei Musei Capitolini non conferma tale dato.

[2] Diretto all’epoca dal prof. Ernest Koliqi (1903-1975), nato a Scutari come Lin.

[3] Quadri sono segnalati, per esempio, a Preta, frazione di Amatrice, Poggio Bustone, Borgo San Pietro e nell’ospedale civile di Rieti. Andrebbe fatta però una verifica e chiarito se le opere siano state donate da Lin o da altri.


All'inaugurazione di sabato 23 marzo le presenze sono state 102.

Dopo l'introduzione del Direttore della BSI Marco Menato, sono intervenuti Fabrizio Oreti, Assessore alla Cultura del Comune di Gorizia, Alberto Guerrieri, Sindaco del Comune di Antrodoco (RI), Armando Nicoletti, fondatore dell'Associazione Culturale "Lin Delija", Andrea Delija Pipniku, pronipote di Lin Delija, Tomas Vata Delija, nipote di Lin Delija, Livio Caruo, promotore e coordinatore dell'evento ed infine MArianna Accerboni, curatrice della mostra, che ha guidato il pubblico nelle due sale della galleria d'arte.